Benny the Butcher rapper di Buffalo della Griselda Records

Benny the Butcher, il “macellaio” della Griselda Records

L’incredibile ascesa di Benny The Butcher, dalle fredde strade di Buffalo al contratto con la Roc Nation di Jay-Z.

Essential Projects
  • Benny the Butcher - Tana Talk 3 copertina album
    Tana Talk 3
    2018
  • Benny the Butcher - My First Brick copertina album
    My First Brick
    2016
  • Benny the Butcher - Butcher on Steroids copertina album
    Butcher on Steroids
    2017

Vorremmo iniziare questa serie di approfondimenti su artisti della scena musicale Hip-Hop americana, portandovi a Buffalo, stato di New York. Dimenticatevi, però, Manhattan e gli altri famosi quartieri della Grande Mela, per molti luogo di nascita della cultura Hip-Hop: Buffalo, a circa 600 Km a nord ovest di N.Y., è una cittadina di piccole-medie dimensioni, fredda (la regione è quella dei “Grandi Laghi”, al confine con il Canada) e povera, molto povera.

Ci troviamo, infatti, in quella fascia che è soprannominata la Rust belt, ovvero quell’ampia area che va da Detroit a Cleveland, dove, in seguito alla de-industrializzazione e alla crisi dell’industria automobilistica americana degli anni ’90, fabbriche e quartieri residenziali hanno lasciato spazio a disoccupazione, degrado e criminalità, tra i livelli più elevati di tutti gli Stati Uniti. È qui, più precisamente nell’area più povera e malfamata di Buffalo, l’Eastside, che nasce e vive il protagonista di questo primo approfondimento: Benny the Butcher, rapper classe ‘84.

Cugino dell’istrionico e visionario Westside Gunn (rapper e fondatore dell’etichetta discografica Griselda Records di cui parleremo approfonditamente in futuro), Benny è riuscito, grazie al suo incredibile talento nell’evocare attraverso le rime ritratti crudi e realistici della vita di strada (e grazie al genio musicale e imprenditoriale di W.S.G), a guadagnare sempre più popolarità e co-signs da parte di numerosi MCs leggendari e artisti più famosi e affermati.

 

GriseldaxFR - Westside Gunn, Benny the Butcher e Conway the Machine

GriseldaxFR – Westside Gunn, Benny the Butcher e Conway the Machine

Non fatevi trarre in inganno, però, la carriera musicale di Benny the Butcher è tutt’altro che un exploit improvviso, ma un percorso iniziato nella prima metà anni 2000 e che conta decine di mixtape (siamo infatti, in piena “mixtape era”), sotto diversi pseudonimi come 2Chains Benny (prima ancora del famoso trapper della Georgia 2 Chainz, ex Titi Boy), Benny Montana e B.E.N.N.Y (acronimo di Best. Ever. iN. New. York) e grazie ai quali diventa uno dei rapper più rispettati e apprezzati del suo quartiere Montana Ave e della sua città.

Fino al 2016, però, il suo percorso musicale, relegato alla scena Hip-Hop della zona, stenta a decollare a causa delle pochissime chance che offre l’industria discografica di Buffalo, e soprattutto, delle numerose vicende giudiziarie legate alla vita di strada che caratterizzano la sua gioventù. Dopo un’infanzia difficile a causa dell’estrema povertà della sua famiglia, l’assenza del padre, i problemi di droga della madre, la morte in una sparatoria di Machine Gun Black, il maggiore dei suoi otto fratelli, Benny sconterà all’interno di carceri federali, nel periodo tra i 18 e i 28 anni d’età, tre diverse condanne per traffico di droga e violazione della messa in prova.

È tra il 2016-2017 che la carriera di Benny “il macellaio” prende, finalmente, una svolta decisiva, dopo che Westside Gunn è riuscito a ritagliarsi un nutrito seguito nella scena Hip-hop underground newyorchese con l’inaspettato successo dei primi capitoli della serie “Hitler Wear Hermes”. Il fondatore di Griselda Records, infatti, gli “tira la volata” ospitando una strofa devastante di Benny sul suo disco “FLYGOD, considerato già culto, nella traccia “Shower Shoes Lord” (titolo in riferimento alle calzature indossate dai detenuti nelle docce nelle carcere statunitensi).

 

Uh, could’ve told my story on Oprah, 60 Minutes
How I earned plenty digits from risky business
What you know about a stint? Gotta sit for Christmas
Wifey on shit, that bitch missing visits…

da “Shower Shoes Lord”, Fly God Lp, 2016

Una strofa che permette a Benny The Butcher di dimostrare senza esitazioni ad un pubblico più ampio il suo talento narrativo e di MC, trovando la sua perfetta dimensione su beat “classici” con campioni e loop, che Westside Gunn, Roc Marciano e pochi altri hanno avuto, in quel periodo, il coraggio di rilanciare.

Da questo momento il macellaio di Buffalo, trovata la formula che più ne esalta le skills, sforna in un breve periodo una serie di progetti solisti, collaborazioni e freestyle densi di barre e immagini vivide, che gli permettono di guadagnare sempre più fan ed estimatori. Fonda anche la propria crew, con i suoi compari di sempre, con l’obiettivo di lanciare il suo “brand” indipendente dalla Griselda Records del cugino, la Black Soprano Family (B$F).

La consacrazione definitiva a livello di seguito di pubblico arriva sul finire del 2018 con il suo primo studio Lp, Tana Talk 3 (concepito e registrato l’anno precedente), e l’ultimo Ep, acclamato da pubblico e addetti ai lavori, “The Plugs I Met”, il quale vede la collaborazione di alcuni pesi massimi della scena come Pusha T e Black Thought dei “The Roots”.

Negli ultimi mesi rivela, addirittura, di aver avuto una conversazione confidenziale, con il patron di Roc Nation e Tidal, Jay-Z in persona, che gli ha consigliato di declinare la copertina “Freshmen” della famosa rivista musicale americana XXL, sulla quale compaiono i giovani rapper più promettenti dell’ultimo anno. Categoria a cui onestamente non appartiene né per questioni anagrafiche, né per carisma e spessore, che sono invece quelli di un uomo con un’esperienza non paragonabile ad altri talenti più acerbi. (Qualche giorno dopo la stesura di questo articolo Benny ha firmato un contratto di management con Roc Nation, sotto gli occhi di Jigga aka Jay Z in persona ndr.).

Westisde Gunn, Jay-Z, Benny the Butcher (Instagram / Westside Gunn)

Westisde Gunn, Jay-Z, Benny the Butcher (Instagram / Westside Gunn)

Infatti, le immagini crude che Benny The Butcher dipinge con rime vivide e autentiche non scadono mai in banale celebrazione della vita di strada e dei suoi stereotipi, ma trasmettono la consapevolezza di chi “ha fatto quello che ha fatto” per necessità e a causa del contesto in cui è cresciuto e nonostante ciò, finalmente, è riuscito a trarne “il meglio dal peggio” (cit.).

La capacità del rapper di Buffalo di descrivere realisticamente un mondo dove paghi a caro prezzo l’ambizione di guadagnare in strada soldi facili, potere e rispetto, unita a massicce dosi di barre, fame e convinzione nei propri mezzi lo rendono senza dubbio, insieme ai due soci della Griselda Records, una delle più interessanti rivelazioni e storie di rivalsa che il panorama Hip-Hop abbia offerto negli ultimi anni ed uno degli artisti che dovete assolutamente seguire e di cui sentirete sicuramente parlare in futuro.

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