EliaPhoks: «Ragazzi per Sempre sarebbe dovuto essere il mio ultimo disco, e invece…»

Abbiamo scambiato due chiacchiere con quella che, a nostro parere, è una delle rivelazioni del rap italiano underground dell’ultimo paio d’anni, nonostante abbia alle spalle una gavetta più che decennale nella scena rap palermitana, un solido legame con il produttore St. Luca Spenish e una grandissima passione per la cultura Hip-Hop. Ci ha raccontato della realizzazione dei suoi album per MRGA con Gionni Gioielli, delle sue scene preferite del film culto “Ragazzi Fuori”, dei suoi legami con Nex Cassel, Louis Dee e la scena dei graffiti palermitana.

📷 @fulviobellanca

Ciao Elia siamo contenti di poterti fare qualche domanda per dare la possibilità ai nostri lettori e agli appassionati di rap italiano di conoscere meglio la tua storia. Infatti, il tuo nome nel “circolo” dell’underground ha cominciato a farsi notare solo recentemente, con il tuo approdo nella scuderia MxRxGxA, l’etichetta messa in piedi da Gionni Gioielli. Ma in realtà la tua “storia” come rapper inizia più di dieci anni fa nell’ambito della scena locale siciliana con la crew Combomastas (abbiamo addirittura trovato un’esibizione su MTV del 2007). Puoi raccontarci di quando e come ti sei avvicinato alla cultura Hip-Hop e quando hai iniziato a registrare la tua musica in maniera piu’ professionale? Quali sono stati i tuoi primi passi nella scena palermitana?

Ciao ragazzi! La scena siciliana è molto chiusa, non è mai stata unita ed è rimasta frammentatissima a lungo anche all’interno delle stesse città. Tuttavia, come in ogni luogo di Italia, la scena ha sempre avuto i suoi storici rappresentanti all’interno. La mia storia come rapper nasce in maniera del tutto casuale, semplicemente spinto dalla voglia di fare qualcosa di diverso da quello che sentivo in giro.

Ho sempre ascoltato rap USA e pochissimo rap italiano, quindi il gap culturale per me era davvero insostenibile, visto che amavo l’attitudine e le tematiche del rap statunitense.

A 17 anni non avevo nessuna aspettativa, per me è stato sempre un gioco anche se con i Combomastas abbiamo fatto anche TRL su Mtv e siamo finiti sui libri di antropologia culturale. È successo una vita fa, di mezzo ci sono state un sacco di evoluzioni che hanno avuto un ruolo nella mia crescita anche maggiore di quelle fatte passando da quelle esperienze.

Il mio primissimo pezzo è stato registrato per un tape, precisamente il primissimo tape dell’allora DJ SPENISH (oggi St Luca Spenish). Allora le copie si “smazzavano” a mano e tuttora custodisco gelosamente la copia fisica di quel disco. Ero esattamente il primo pezzo, l’intro, e già da lì si poteva percepire chiaramente l’attitudine scialla che avrei conservato fino ad oggi.

Secondo te quali sono i motivi per cui hai fatto fatica a valicare i confini regionali prima dell’approdo in MxRxGxA? In realtà puoi vantare sul tuo “curriculum” un album prodotto da St.Luca Spenish (Buonanotte Phizzy Boy), produttore legato a Nex Cassel, e un paio di collaborazioni con lo stesso Nex sui mixtape di Spenish…

Non ho mai inteso nulla come fatica, non ho mai desiderato di essere conosciuto più di quanto non fossi nel mio circuito. Sono stati sempre meccanismi che non mi hanno mai interessato.

Vedi, adesso i ragazzini cominciano con quella fame malsana di successo, di numeri, di tutto ciò che si può “contare”. Io sapevo non avrei fatto il rapper di mestiere, tuttora non lo faccio, quindi semplicemente ho fatto musica per la sola ragione per cui andrebbe fatta: solo per stare bene e divertirmi.

Sia chiaro che non sto dicendo che non vorrei fare mai il rapper di mestiere, ma che il mio primo intento non è mai stato quello.

Stessa cosa è riferibile alla faccenda Spenish. Lui prima che un grande producer è un mio amico, stessa cosa Nex. L’ho conosciuto praticamente per caso a Palermo, ero già un fan sfegatato della saga di Tristemente Noto, lui venne in studio da noi ai tempi di Street Food (fondata da me, Spenish e Daweed) e si prese bene con le mie cose oltre che con Spenish (quella è ormai storia). Tutto molto easy. Nex è un altra di quelle persone che bada poco a certi meccanismi e fa musica perché semplicemente è nato per fare questo.

Ci sembra Gioielli sia abbastanza scrupoloso e attento nella sua attività di scouting…come e quando è avvenuto l’avvicinamento da parte sua e il reclutamento per MxRxGxA?

È stato praticamente Spenish a proporre Ragazzi per Sempre a Gioielli. Il disco era finito ma abbiamo ritoccato alcune cosine per renderlo stilisticamente adatto a MRGA. Per me è stata davvero una super figata perchè sono fan di MRGA dal giorno zero.

Il tuo primo album per MxRxGxA  “Ragazzi per sempre” è un tributo agli iconici film “Ragazzi Fuori” e “Mary Per Sempre” . Puoi raccontarci di com’è nato questo disco  e qualche aneddoto sulla sua realizzazione? Hai una traccia preferita?

Il disco doveva essere il mio ultimo disco. Ero in un loop lavorativo che mi aveva un po’ allontanato da quel tipo di creatività e devo davvero tutto all’insistenza di Spenish e Dj Rage che mi ospitò per tutte le registrazioni nel suo studio. L’album è stato per 2-3 pezzi ritagliato da un progetto con Bras che non vide mai la luce, furono aggiunti molti pezzi ex novo e fu riutilizzato qualche beat.

La mia traccia preferita è assolutamente “Ragazzi Fuori“. Quel pezzo -a mio parere- riesce ad avere una malinconia incredibile tipica dei luoghi del sud ma senza sembrare una lagna. Poi cito MadBuddy e autocito un me stesso ventenne subito dopo. È un trip mio eh, ma quando la faccio live mi sento proprio orgoglioso.

“Ragazzi Fuori” e “Mary Per Sempre” sono film culto…Come e perché è nata l’idea di tributare il tuo disco interamente a questi film? E per curiosità quali sono le tue scene preferite? (La nostra, non chiederci perchè, è quella di Natale che fa il bagno in mare, appena uscito dal carcere…:D)

Il disco ha Palermo sullo sfondo molto più che altri miei progetti, nonostante la mia città sia effettivamente presenza fissa nella mia musica.

Quei film sono un cult assoluto, ci sembrava figo raccontare tutto usando quell’immaginario. Diciamo che ci siamo giocati la carta, se vogliamo, più scontata, ma pensiamo il risultato sia riuscito ad essere non banale. La vostra scena preferita è assolutamente anche una delle mie, forse è quella più famosa ed epica.

Rimango comunque legatissimo alla scena di Carmelo che va a comprare una camicia con i soldi dello spaccio senza che i suoi stessi soldi possano levargli la faccia e l’attitudine da “malacarne” che fanno irrimediabilmente parte di lui.

L’anno scorso hai bissato l’ottima riuscita di “Ragazzi per sempre” con “10.5”, sempre per MxRxGxA. Questa volta hai adottato un’attitudine e un concept, ispirato ai modelli di sneakers, totalmente differenti. Cosa ci puoi raccontare a proposito di questo progetto? Com’è nata l’idea dietro questo progetto e quali sono le principali differenze a livello di realizzazione e approccio rispetto a “Ragazzi per sempre” ?

Io e Gioielli eravamo gasatissimi dall’idea di fare un disco, soprattutto perchè siamo due rapper differenti che hanno sempre funzionato bene insieme. Il suo invito su 3 tracce in #FREECRAXI mi ha davvero valorizzato e lo step successivo sarebbe stato rappare sui suoi beats.

Volevo assolutamente che un’icona come Fabrizio Miccoli facesse parte dell’immaginario del nuovo disco ma Gioielli pensava che collegarsi nuovamente a un immaginario palermitano raccontato a 360° fosse limitante. Dal numero 10 sulla maglia e la mia, anzi nostra, passione per le sneakers, abbiamo immaginato la copertina e quindi il concept, dove effettivamente la mia cultura rimane ancora sullo sfondo senza diventare il focus principale.

Se parliamo di approccio alla realizzazione, parliamo di due dischi completamente diversi in quanto 10.5 è stato lavorato a distanza. Molte cose a distanza sono meno immediate e si fa più fatica ad avere feedback veloci ma, ugualmente, il risultato finale penso sia quanto di meglio avessimo potuto desiderare.

Al suo interno 10.5 ha anche featuring illustri come Ensi e Louis Dee. Come sono nati queste collaborazioni? Louis Dee a Palermo è un punto di riferimento per la scena Rap. Come vi siete conosciuti e in generale qual’è il tuo rapporto con la scena palermitana?

Premetto che tutti feat. all’interno di 10.5 li reputo assolutamente illustri. Ho avuto l’onore di rappare con dei mostri sacri del rap italiano, con i cosiddetti “rapper preferiti dei tuoi rapper preferiti”. Davvero, nessuno escluso. Con Louis siamo amici da tempi immemori e, insieme a Daweed, è il mio rapper palermitano preferito da sempre. Lui è presente anche su Buonanotte Phizzy Boy in un traccione super onirico dal sapore A$ap Mob, si sono riallineati gli astri dopo anni e ho deciso di invitarlo nel pezzo con Montenero (altro rapper dalla storia e caratura indiscutibile).

Ensi, invece, nonostante abbiamo instaurato da un po’ un rapporto di amicizia e rispetto sincero, è stato il feat a cui ho fatto più fatica a chiedere la strofa. Ha un enorme carisma, è un gigante, fa questo di professione praticamente da sempre. Per un rapper più vicino a un amatore che a un professionista come me, il rischio di sembrare solo un fanboy è altissimo. Fortunatamente è stato subito entusiasta e sono stracontento di come sia uscito il pezzo.

Chi sono in generale gli MC’s che ti hanno ispirato maggiormente lungo la tua carriera?

Agli inizi del 2000 ero fuori con la west coast, Chronic 2001 rimane uno dei dischi più belli mai ascoltati. Poi ho amato definitivamente tutta la robe che tiravano fuori i Neptunes e soprattutto i dischi dei Clipse. Quel tipo di rap rimane il mio riferimento assoluto!

Immaginiamo tu sia un appassionato di sneakers: quando e perché nasce questa tua passione e quali sono i tuoi modelli preferiti?

La mia passione per le sneakers e lo streetwear è indissolubilmente legata alla cultura HipHop, ai rapper che indossavano certe scarpe perché indossate da certi sportivi.

Se devo indossare una maglia dei Raiders chiaro che lo sto facendo perchè mi ricorda gli NWA piuttosto che il football. Michael Jordan è una icona pop degli anni 90, i Bulls, Space Jam, il mio primo amore per le scarpe nasce da quel tipo di immaginario.

Col tempo poi i gusti si evolvono, si cambia anche modo di vestirsi, si cercano i classici o si abbandonano a favore di qualcosa di più moderno. Di base amo le icone senza tempo, le scarpe con meno hype, quelle che sono una certezza nell’armadio di chiunque sia un minimo stiloso nel vestirsi.

Anche una comunisssima Chuck Taylor se indossata con la giusta attitudine per me vale più di qualunque limited.

Penso che la sneaker con più valore affettivo per me sia la Jordan VI Carmine, ovvero la prima Jordan numerata posseduta e che ho potuto finalmente comprare da grande con i miei soldi. La mia preferita, invece, rimane la Jordan VII Bordeaux.

A Palermo c’è anche una solida scena dei graffiti: hai qualche legame o esperienza particolare a proposito che ci puoi raccontare?

Assolutamente si, io stesso ho fatto graffiti per anni e sono stati il primo amore una volta venuto a contatto con la cultura HipHop.

C’erano un sacco di writer epici qui che ho sempre ammirato. Seno, in casa TSF, per me è sempre stato il più iconico a livello stilistico. Per il bombing andavo fuori per la PK e la 617, loro erano dei veri selvaggi. Ricordo distintamente la storia di un throwup fatto sul cofano di una volante.

Il 18 Febbraio c’è stato il primo live ufficiale MxRxGxA. Purtroppo non siamo riusciti ad essere presenti: puoi raccontarci di com’è andata, i momenti migliori e qualche aneddoto particolare che è successo? E hai già nuovi progetti in serbo per questo 2023?

Il live è stato semplicemente incredibile. Non essendoci state prevendite, è stato una completa sorpresa. Gioielli mi disse “guarda, ci saranno una ventina di persone in fila, dai un occhio fuori”. Praticamente la fila al botteghino arrivava fino alla strada e persisteva anche dopo un’ora.

Abbiamo cominciato in super ritardo ed è stato incredibile sentire la carica della gente quando è entrato Doye per l’opening. Lì abbiamo capito che fra il pubblico c’erano i veri “malati” di rap, nessun “occasionale” ma solo gli ascoltatori della roba fatta in un certo modo, di tutte le età e che capisce esattamente il nostro viaggio.

Quando siamo entrati ad uno ad uno siamo stati realmente travolti, la gente urlava tutte le barre, si divertiva davvero e i telefonini in aria erano davvero pochi. L’atmosfera è stata magica e spero lo sarà anche nelle prossime date che annunceremo a breve.

Il 2023 porterà con se diverse sorprese, novità davvero inaspettate oltre tutto quello che ci si aspetta (o no?) da MRGA. Inoltre mi occuperò finalmente del lancio di una piccola realtà rap palermitana che avrò il piacere di curare. Non mi annoierò di certo!

Grazie ragazzi e a presto!

 

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