I Graffiti secondo Ysar: “Fratellanza e Mentalità”.

Il writer del Canton Ticino, Ysar ci ha parlato della scena dei graffiti in svizzera, del legame con la sua crew, della sua vita e degli insegnamenti tratti da questa disciplina.

Ciao Ysar, iniziamo con le domande di rito. Perchè il nome d’arte Ysar, da cosa nasce? Come ti sei avvicinato al mondo dei graffiti? Quali sono i tuoi primi ricordi legati al writing?

Qua si parte con la domanda difficile, perché questo nome.. Ho iniziato da ragazzino a scrivere il mio soprannome dato con gli amici storpiando un po’ le lettere senza rendermi nemmeno bene conto che quelli erano i miei primi loop. Negli anni ho avuto familiarità con quelle lettere che avevo disegnato più spesso. Da li mi sono cercato qualcosa che non suonasse banalissimo e che avesse una qualche lettera non fra le più classiche. Non so perché la Y, ma mi ha preso alla grande e da lì YSAR. Il Tutto parte con un amico sui banchi di scuola, primi sketch, prime tag fra i muri della città… prime inchieste e primi guai. Probabilmente l’anno X è stato il 2009, dove ho davvero iniziato a credere in quello che facevo.

Parlaci delle tue origini e raccontaci chi è Ysar nella vita di tutti i giorni. Qual’è la tua crew d’appartenza? Quali sono i vostri elementi distintivi rispetto alle altre?

Vita ordinaria. All’anagrafe Alessandro, classe 1991. Nasco e cresco a Bellinzona, capitale del Canton Ticino in Svizzera. Da qualche anno ho terminato gli studi e faccio il Tecnico di Radiologia per vivere. Classica vita ordinaria. A questo punto credo sia il caso di parlare della prima crew: KelsCrew, collettivo di amici nato nel 2009. Con il tempo c’è chi ha smesso, chi si è perso e si è ritrovato. Mah in realtà non ci sono elementi distintivi, però è quello che ci ha accomunati che fa sempre sorridere. Alla fine ognuno ha la sua storia, chi ha fatto determinate strade e chi altre, ma la risultante è stata sempre la stessa: quella voglia di ritrovarci le domeniche di gennaio sotto a un ponte, gelido e fatiscente, la voglia di prendere l’auto guidare e andare a trovarsi lo spot sperduto in cima alla montagna o chissà dove, per condividere la nostra motivazione con chi si nutre della stessa. Friendship and mentality.

Cosa puoi dirci della scena Svizzera? Negli anni hai riscontrato dei cambiamenti rispetto a quando hai iniziato a dipingere? Quali positivi e negativi?

Prima di tutto in questi 10 anni la connotazione del graffito nell’immaginario collettivo è cambiata radicalmente. Vi racconto un aneddoto: durante una delle prime murate nella prima hall of fame della città, una vecchietta dall’altra parte del campo di calcio ci ha urlato che non ci vedeva niente di artistico in quello che facevamo e che eravamo solo dei vandali, anche se era tutto legale quello che stavamo facendo. Ovviamente dieci minuti dopo c’era la pattuglia di turno a chiedere dati e fare foto. Oggi stessa hall of fame, la gente del quartiere scende e ci offre il caffè al bar dietro l’angolo. Ci chiede se abbiamo abbastanza spazi da abbellire.

Quindi sicuramente in questo senso é cambiata e in meglio. D’altro canto per quanto riguarda la scena writing è semplicemente più ampia. Una volta era cosa da pochi eletti e intenditori, ora con l’avvento di internet e i vari social è ampissima la scena. Nel senso che c’è chi inizia e smette in un batter d’occhio e chi è già lo faceva seriamente quindici anni fa e ancora lo sta facendo. Insomma la classica scena con le sue influenze e sfaccettature. Devo dire per quanto riguarda il nostro piccolo Ticino, siamo abbastanza in movimento. Immaginate il Ticino come un quartiere di Milano, non più grande. Malgrado questo però c’è davvero chi va forte.

Come si è evoluto il tuo stile negli anni? Come lo definiresti? Qual’è la tua più grande peculiarità?

Allora diciamo che come tutti ho iniziato casualmente a fare certe cose. Influenzato da qualche writer che vedevo. Mi sono sempre interessati disegno tipo navicelle spaziali o robot. Alla fine infatti sono arrivate queste influenze nei miei pezzi, infetti per tutti sembrano delle navicelle spaziali. Rispetto a qualche anno fa posso dire che sono diventati un pelo più pulito nei miei disegni (sono sempre sporco) ma cerco di limitare la cosa.

Sono il classico writer che fa un pezzo dopo l’altro modificando sempre qualcosa in ognuno, senza mai stravolgerlo completamente. Diventa sempre bello paragonare un pezzo recente a qualcuno più vecchio, si vede la struttura simile ma si nota il progresso. Come in tutti i processi di apprendimento ci si muove su più lati. Il lettering, la colorazione, sfondi… quindi cerco di muovermi in tutti i campi. Keep moving on.

Quali sono i supporti su cui preferisci disegnare e quali tecniche adotti?

Apprezzo tutto. Magari un supporto che non si direbbe adatto si dimostra il contrario. Magari alla fine il risultato non è soddisfacente però si trova lo spunto per qualcosa d’altro. Idem per là tecniche, sono pieno di marker da disegno, poi magari finisco a rubare qualche acquarello che gira per casa. Insomma restiamo sul principio “Keep Moving On”.

Quali sono gli artisti (non solo writer) a cui ti ispiri maggiormente ?

Mah. Non saprei dirvi. Non è che apro internet e digito un nome per ispirarmi o trovare qualcosa di nuovo. Funziono diversamente in senso artistico. Di recente sono stato ad una mostra di “Hopper” a Basilea, non c’entra nulla, ma il soffitto combinato con il laghetto di fronte alla finestra faceva dei riflessi particolari. Li ho fotografati “et voilà” trovato il prossimo fill in. Poi ovviamente, come tutti, subisco l’influenza della scena e degli amici con cui dipingo maggiormente.

Hai un aneddoto che ti è rimasto impresso degli anni di carriera artistica?

Ne sono successe di cose Eheh ! Credo che la cosa che mi fa ancora oggi sorridere se mi guardo indietro è rivangare su tutta la gente strana che ha gravitato nella mia orbita in questi anni. Non parlo solo di writer (che siamo tutti particolari a modo nostro), ma anche di gente strana che ti capita accanto mentre stai dipingendo o qualche incontro assurdo fatto in posti dove non pensi di incontrare un’anima viva.

Che valori ti ha trasmesso questa disciplina?

Sicuramente l’amicizia! Suona banale lo so.. ma io mi sorprendo sempre di come riunisca tutti nei giorni più corti dell’anno e nei posti più impensabili. Dedizione, la stessa che spinge i miei amici il 25 dicembre in hall of fame a congelare! La stessa che ti fa stare sveglio in camera perché vuoi chiudere lo sketch che domani fai la parete. La stessa che ti fa tracciare la stessa linea 10 volte perché non è uguale allo sketch o a quello che hai in testa.

Hai altre passioni oltre ai graffiti? Quali sono i tuoi progetti futuri?

Diciamo che sono un tipo piuttosto attivo. Faccio sport, vado in montagna, mi alleno a corpo libero .. insomma sono quello che se piove è nel bosco a correre. Posso dirvi che mi piace parecchio la fotografia artistica..

Che consigli daresti ai ragazzi che si approcciano ora al mondo del writing?

È un mondo di sacrificio ragazzi ! Non pensate che copiando due sketch dal solito profilo con 50k follower diventate artisti affermati. Anzi… Dovete SBAGLIARE ! Sbagliare colorazione, perché usate un colore che non sfuma con l’altro e viene fuori una schifezza. Sbagliare il 3D e le luci, metterle dalla parte sbagliata. Sbagliare a tracciare l’out e non si capisce niente fra sfondo e outline. Sbagliate sempre, spesso ma fatelo meglio. Ogni volta sbagliate meglio.

Quindi il mio consiglio è Sbagliate e studiate su come sbagliare meglio! Verrete ripagati alla fine, quando magari non vi interessa più molto della cosa.

Ysar + Zeta

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