Lise (Roma Guasta): «Lascio sempre che sia l’ispirazione a indirizzarmi sulla via giusta!»

Abbiamo intervistato Lise, che insieme a suo fratello Blant, ha fondato Roma Guasta crew, poi, allargatasi ad altri membri, impegnata nel Rap quanto nei graffiti e che rappresenta al meglio, secondo noi, la nuova generazione e lo spirito dell’underground capitolino. Lise ci ha raccontato di come ha conosciuto i produttori romani Depha Beat e CUNS (Tuff Kong Records), della scena underground romana, della sua passione per i graffiti, del rapporto con suo fratello Blant, gli stili che li differenziano e molto altro ancora.

Ciao Lise, siamo contenti di poterti fare qualche domanda, dato che seguiamo con interesse quello che tu e Blant state facendo, sia personalmente che come Roma Guasta. Da che zona di Roma provieni e quando e come ti sei avvicinato a questa cultura da ragazzino?

Ciao, anche io sarò felice di rispondere alle vostre domande! Vengo da una zona nella periferia di Roma subito fuori dal raccordo che si chiama gregna di Sant’Andrea, poi mi sono trasferito all’età di 19 anni e ho cambiato varie zone nel tempo, con mio fratello ho vissuto insieme fino ai 26. Per la musica il primo approccio è stato un disco di Eminem che mi regalarono a 8 anni, sul momento non ci feci molto ma mi servì perché lo riascoltai poco dopo e subito ho capito che quello era il genere di musica che piaceva a me, poi facendo anche graffiti le cose sono venute insieme, sia per me che per mio fratello era comunque un modo per essere diversi dagli altri, per distinguersi dato che eravamo gli unici in zona ad ascoltare rap e fare graffiti.

Cos’è esattamente ROMA GUASTA, un duo formato da te e Blant o una crew composta anche da altri membri? Se non sbagliamo, tu e Blant, infatti, siete proprio fratelli… Che tipo di rapporto vi lega e come nasce Roma Guasta?

Si infatti siamo fratelli di sangue, il crew è stato fondato da noi due più di dieci anni fa’, poi nel tempo sono entrati a far parte altri membri ma solo nell’ambito dei graffiti come lo sono tutt’oggi, l’unico membro che faceva anche musica era “Johnny The WorstAka Cros.

Il legame che abbiamo avuto è stato magico e credo che solo le crew che sono veramente unite possano capire, non eravamo solo compagni di danni, ma veri fratelli.

Una passione che vi accomuna e che emerge spesso anche nei vostri brani è, oltre a quella per il Rap, quella per il writing! Ci puoi raccontare della vostra storia come writers? E chi sono i vostri punti di riferimento nella scena dei graffiti Romana?

Venendo da un posto dove eravamo gli unici a fare graffiti diciamo che con tutti i problemi che abbiamo avuto, probabilmente è stato lo sfogo migliore che ci potesse capitare oltre la musica, in poche parole è nato per gioco.

Poi conoscendo altri bomber come “Nob” che tutt’ora fa parte del gruppo, ho capito che non eravamo gli unici, anzi Roma ne era piena, non siamo cresciuti con le riviste, non ci interessavano da piccoli, gli unici spunti erano quelli che vedevamo in giro con i nostri occhi, quindi non posso farvi dei nomi nel campo perché eravamo totalmente cani sciolti,

Legati inizialmente più dal vandalismo dei graffiti che dalla sua arte, quella è arrivata con il tempo.

Gli album che, in qualche modo, vi ha lanciato nella scena rap underground romana possiamo dire siano stati “In Times We Need” e “RG Music” prodotti da due tra i migliori producer della capitale Cuns e Depha Beat. Come nacquero quei due album e come avete conosciuto questi due produttori fortissimi? Qual’è il vostro rapporto con loro e collaborerete nuovamente in futuro?

Si, senza dubbio sono stati i due album che hanno dato modo a tanti di conoscerci nel nostro piccolo, con Depha ci siamo conosciuti nel 2017 perché ci serviva uno studio dove registrare e da subito è nata una collaborazione costante, per un paio di anni quasi 3 abbiamo avuto un appuntamento settimanale, senza dubbio un periodo che ci è servito molto per formarci a livello musicale.

Cuns lo abbiamo conosciuto dopo ma anche con lui c’è stata subito una grande intesa sia a livello personale che artistico, per me è sempre stato il ponte tra Italia e America. Da lì l’idea di fare metà album con Depha e metà con Cuns nel caso di “In Times Of Need” e lavorare tutti insieme è stato fantastico, per quanto riguarda le future collaborazioni con loro penso che non mancheranno e forse c’è già in serbo qualcosa!

Ultimamente, però, soprattutto tu, ci sembra, ti sia focalizzato sulla tua carriera solista…Da qui i tuoi progetti con il produttore Sick Damn, “Quick Shit” , di cui è uscito il secondo volume da poco: come mai questa decisione, ultimamente, di dare precedenza ai vostri progetti musicali solisti? E da dove arriva l’idea di questi  “Quick Shit” con Sick Damn e come vi siete conosciuti?

Con Patrizio (Sick Damn) ci siamo conosciuti a una serata per delle amicizie in comune e siamo diventati molto amici con il tempo.  L’idea di concentrarmi sulla roba da solista è una cosa che è venuta da sola, perché ho costantemente bisogno di creare e viaggio talmente veloce che è stata una scelta che in qualche modo si è presa da sola. “Quick Shit” rappresenta un po’ lo stereotipo della mia idea musicale, nel senso che a me piace molto creare in studio quindi entrare senza nulla, nemmeno il testo, ed uscire con un pezzo finito, da lì abbiamo deciso di fare questa saga che rappresentasse la musica nel suo stato più puro, quindi senza troppi giri di parole e senza un eccessivo lavoro nel post produzione.

Posso anticiparvi che il volume 2 non sarà di certo l’ultimo.

Puoi raccontarci del progetto Da Specialists, il cui album è uscito l’anno scorso, che ti vede protagonista insieme a Dj Snifta, Clas K e Dj Elle?

Da specialists oltre ad essere un progetto è un vero e proprio crew, ci vediamo regolarmente e anche con loro stiamo preparando un sacco di nuove uscite. L’album è nato casualmente per una serata in cui ci siamo ritrovati noi 4 a fare session, dal pezzo che abbiamo inciso quella sera abbiamo deciso di tirarci su un album, e più o meno come con Sick damn le dinamiche di lavoro sono le stesse. Ci vediamo, facciamo un beat io scrivo e poi registriamo, per me questo è il concetto di musica, deve essere una cosa che esce da sola se riesci a crearti la situazione giusta.

Ci sembra che tu sia in sintonia con la “nuova” scena underground americana a livello di sonorità e approccio al Rap, cosa che, quantomeno, vi distingue dalla massa di ragazzi della vostra generazione che nel nostro paese, invece, si uniforma a sonorità drill o che arrivano dalla Francia. Cosa ti ha portato a prendere questa strada, che in Italia sembra ancora di nicchia? Chi sono i tuoi punti di riferimento?

In effetti è proprio così penso che avete centrato in pieno il punto, mi sono sempre sentito più parte della scena americana che quella italiana, sono sempre stato molto legato alla sonorità della Costa East.

Sin da piccolo Roc Marciano mi ha sempre molto affascinato, proprio per la semplicità di fare le cose e la sua impronta, nonché per il gusto ovviamente che ha. Quando ho visto che altri hanno preso le sue orme, ad esempio come Griselda ecc, Ho sentito che anche io volevo far parte di quella scena, infatti almeno a Roma quella sonorità prima di me non credo esistesse, ma in qualche modo seguo sempre il mio flusso.

Come punto di riferimento posso dirti, appunto, solo Roc Marciano.

Per chiudere la domanda di prima: non prendo mai scelte basate su’ quanto possa andare o meno la mia musica, lascio sempre che l’ispirazione mi indirizzi sulla via giusta!

Come vedi la scena underground a Roma oggi? Quali sono i nomi emergenti più forti a tuo parere?

Dal punto di vista da cui guardo io, la scena è molto viva e c’è soprattutto tanta voglia di fare, aspetto negativo è che chi organizza eventi punta sempre sui stessi nomi, ci vorrebbe un po’ una smossa da quel lato ma arriverà.

Rimanendo in tema romano i miei preferiti sono quelli con cui alla fine collaboro, quindi come rapper Sick Damn, Sillamandria che è una penna molto sottovalutata, Pacman XII, Panz, William Pascal e White boy che sono componenti del (Do Your Thang) che a mio parere sono  tra i più forti sia come attitudine che come stanno sul palco.

Quali sono secondo te gli elementi stilistici, sia nel Rap che nel writing, e caratteriali che ti differenziano da Blant? E quanto riguarda i vostri gusti musicali?

Penso che nei graffiti abbiamo due stili diversi, lui sa usare molto meglio di me i colori ed è molto bravo sulle cose astratte, io invece amo più lo stampo da bombing tondo e pieno, di colori non ne uso mai più di 4 o 5 nelle migliori occasioni ahhahaha.

Invece sulla musica a livello di ascolto ci siamo sempre trovati in piena sintonia, ho dedicato anni e anni a scovare artisti e roba che mi piacesse. La ricerca è senza dubbio uno strumento fondamentale che purtroppo è stato un po’ troppo dimenticato, sembra come che si faccia troppa fatica, per questo la gente si accontenta di quello che sta in vetrina per dirla in parole povere.

Cosa possiamo aspettarci nei mesi a venire sia come Lise che Roma Guasta?

Nei mesi a venire cioè per tutto il 2023 ho in mente di fare molte uscite, voglio che sia un anno pieno, come Roma Guasta abbiamo già un paio di cose pronte ad uscire, in più stiamo iniziando un nuovo album!

Come solista sarà difficile stabilirlo perché ho tante cose a cui sto lavorando, anche autoprodotte e altrettante cose in attesa di uscire, quindi posso dire solo che quest’anno è il mio anno!

 

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